FAQ
Ancoraggio
Che differenza c’è tra un punto di ancoraggio ed un ancoraggio strutturale?
Il punto di ancoraggio è l’elemento a cui il dispositivo di protezione individuale può essere applicato dopo l’installazione del dispositivo di ancoraggio: in sostanza è il cavo d’acciaio della linea oppure è il foro/occhiello/asola al quale agganciare il moschettone. L’ancoraggio strutturale è l’elemento fissato in modo permanente a una struttura, a cui si può applicare un dispositivo di ancoraggio o un dispositivo di protezione individuale: in sostanza è il corpo del punto di ancoraggio con particolare riguardo alla parte che lo ancora alla struttura di posa.
Cos’è il tirante d’aria?
E’ lo spazio libero di caduta sotto il sistema di ancoraggio necessario a consentire una caduta senza che il lavoratore urti contro il suolo o altri ostacoli analoghi. E’ la distanza verticale tra la linea di gronda della copertura ed il primo ostacolo che il lavoratore incontrerebbe in caso di caduta libera.
Quali certificazioni devono avere i sistemi contro le cadute dall’alto?
I componenti devono essere certificati secondo EN 795
Quali tipologie di elementi sono impiegabili?
I sistemi di protezione contro le cadute dall’alto sono suddivisi nella seguenti classi (secondo EN 795 ):
– La Classe A comprende i punti d’ancoraggio e a sua volta si suddivide in Classe A1 (punti d’ancoraggio strutturali progettati per essere fissati a superfici verticali, orizzontali e inclinate) e in Classe A2 (punti d’ancoraggio strutturali progettati per essere fissati a tetti inclinati);
– I dispositivi di ancoraggio provvisori (treppiedi, linee vita temporanee, ecc.) fanno parte della Classe B
– La Classe C comprende tutti i dispositivi su linee di ancoraggio flessibili orizzontali, dove per orizzontale si intende una linea che devia dall’orizzonte per non più 15°
– I sistemi su rotaia rigida orizzontale fanno parte della Classe D
– La Classe E comprende ancoraggi a corpo morto da utilizzare su coperture piane
I dispositivi fissi in copertura devono essere marcati CE?
No. La marcatura CE è relativa ai DPI (dispositivi di protezione individuale) ma non ai componenti fissi.
I sistemi di fissaggio di dispositivi anticaduta alle strutture devono essere certificati CE?
Si. Essendo i componenti degli elementi di strutturali con funzione di sicurezza, è necessario impiegare ancoranti certificati CE ( resine chimiche, ancoranti meccanici e viti legno marcate CE secondo ETAG 001 ).
Voglio effettuare la verifica di un ancoraggio di linee vita su copertura in calcestruzzo attraverso il vostro software Compufix. Devo utilizzare ancoraggi adatti a carico di tipo impulsivo?
La caduta di un operatore che lavora su una copertura è un carico di tipo impulsivo. Tuttavia nei sistemi di linee vita sono presenti dei sistemi che smorzano la caduta (assorbitori d’energia o sistemi deformabili) che, oltre a ridurre il colpo sull’operatore, permettono di considerare nella progettazione un carico di tipo statico. Per tale motivo potrà scegliere anche altre tipologie di ancoraggi che garantiscano la sicurezza in relazione alle azioni statiche determinate.
Nell’utilizzo del programma Compufix per il dimensionamento di piastre per dispositivi classe c (linee vita) ho riscontrato dei problemi nella definizione della distanza dal bordo, in quanto mi viene richiesto un valore minimo pari a 60 diametri. Ho sbagliato qualche input?
In accordo all’ETAG 001, paragrafo 4,2,2, in presenza di 3, 6 o 8 fissaggi soggetti ad una forza di taglio, è necessaria una distanza dal bordo pari almeno a 10 volte la profondità di ancoraggio o 60 volte il diametro della barra. Questa restrizione può essere ignorata se si effettua una progettazione secondo le specifiche fischer riempiendo lo spazio tra il foro e l’ancoraggio con resina caratterizzata da sufficiente resistenza a compressione. Ciò può essere fatto attraverso il comando “gioco presente”.
Devo verificare gli ancoraggi per un dispositivo anticaduta in classe C, quando vado ad inserire i carichi da applicare alla mia piastra noto che possono essere inseriti due diversi tipi di valori (Sd o g/q). Quali devo utilizzare?
Compufix esegue la verifica secondo il metodo degli Stati Limite Ultimi. Per quanto concerne l’applicazione del carico al sistema, si possono inserire valori dei carichi di progetto (Sd,sole frecce nere), ovvero i valori che il progettista ha calcolato applicandovi già i coefficienti di sicurezza delle azioni γL, oppure i carichi statici g (frecce nere) e carichi variabili q (frecce blu) che sono i valori caratteristici delle azioni ai quali il programma applica automaticamente i coefficienti di sicurezza delle azioni γL(1.35 per le azioni permanenti e 1.5 per quelle variabili). Nel caso di progettazione del fissaggio di dispostivi anticaduta si consiglia di inserire i carichi di progetto Sd, ovvero già amplificati attraverso il coefficiente di sicurezza pari a 2, in accordo al paragrafo 4.3.3 della norma UNI EN 795.
Voglio effettuare la verifica di un ancoraggio di linee vita su copertura in calcestruzzo attraverso il vostro software Compufix. Devo utilizzare ancoraggi adatti a carico di tipo impulsivo?
La caduta di un operatore che lavora su una copertura è un carico di tipo impulsivo. Tuttavia nei sistemi di linee vita sono presenti dei sistemi che smorzano la caduta (assorbitori d’energia o sistemi deformabili) che, oltre a ridurre il colpo sull’operatore, permettono di considerare nella progettazione un carico di tipo statico. Per tale motivo potrà scegliere anche altre tipologie di ancoraggi che garantiscano la sicurezza in relazione alle azioni statiche determinate.
Quale coefficiente di sicurezza del materiale γM devo utilizzare quando effettuo la verifica di una connessione di un dispositivo anticaduta su una trave in legno?
La verifica delle connessioni su supporti in legno deve essere eseguita in accordo alla norma UNI EN1995-1-1:2009 (Eurocodice 5). Il coefficiente parziale di sicurezza del materiale da utilizzare nelle verifiche agli Stati Limite Ultimi è indicato nel prospetto 2.3 e deve essere assunto pari a γM = 1.3. Esiste, però, un Documento di Applicazione Nazionale (DAN) che fornisce un valore pari a γM = 1.5 da utilizzare in accordo alla normativa italiana. Si fa notare che anche il valore del coefficiente di correzione che considera gli effetti della durata del carico kmod assume una lieve variazione. In accordo al DAN se tale valore è superiore all’unità deve essere comunque assunto pari a 1.
Di che materiale devono essere gli ancoranti per i dispositivi anticaduta?
La norma UNI EN 795 impone dei precisi standard internazionali per gli elementi che compongono il dispositivo anticaduta, e quindi anche per il sistema di fissaggio. Gli ancoranti dovranno quindi essere in acciaio inossidabile A4 (AISI 316) per evitare fenomeni di corrosione dell’acciaio.
Devo progettare gli ancoranti delle linee vita, perciò esposte ad alte temperature essendo in copertura. Dai miei calcoli ho riscontrato che la soluzione migliore sia l’ancorante chimico fischer FIS V, va bene?
Si. La certificazione dell’ancorante chimico fischer FIS V permette di considerare due range di temperatura (1-lunga durata 50°C, breve durata 80°C; 2- lunga durata 72°C, breve durata 120°C). Tramite il software Compufix è possibile eseguire le verifiche dell’ancoraggio in funzione della temperatura, considerandone l’influenza sulla performance dell’ancoraggio.
Quali sono le verifiche che devono essere eseguite per assicurare il dimensionamento di un sistema di fissaggio su cls?
La norma di riferimento per il dimensionamento dei sistemi di fissaggio su calcestruzzo e calcestruzzo armato è l’ETAG 001 del 1997, “Guideline for European Technical Approval of Metal Anchors for Use in Concrete”. In particolare i metodi di progettazione degli ancoraggi sono indicati nell’Allegato C della norma. Il sistema di fissaggio deve essere verificato nei confronti dei meccanismi di rottura che si possono verificare a causa delle azioni di trazione e taglio agenti e la combinazione di esse. I meccanismi di rottura che si possono presentare con le azioni di trazione sono: rottura dell’acciaio, sfilamento della barra, rottura del cono di calcestruzzo e splitting. Per le azioni di taglio si potranno presentare: la rottura dell’acciaio, la rottura del calcestruzzo nel lato opposto al carico e la rottura del bordo di calcestruzzo. Tali verifiche dovranno essere eseguite considerando tutte le limitazioni geometriche imposte dalla progettazione (distanza dal bordo, spessore supporto, interasse tra ancoraggi).
Le vostre viti sono conformi alla normativa UNI EN 14592:2009?
No. Le nostre viti fischer Power-Fast e le viti per costruzioni FCS hanno Marcatura CE secondo la certificazione ETA-11/0027, che fornisce una omologazione di prodotto e un modello di calcolo per la progettazione del collegamento
Dispositivi anticaduta
Cos’è una linea vita?
La normativa vigente impone che nei luoghi di lavoro posti ad un’altezza maggiore di 2m rispetto ad un piano stabile di calpestio siano disposti dei dispositivi di sicurezza. Una delle possibilità è rappresentata da particolari dispositivi conosciuti come linee vita. Si tratta di sistemi formati da pali e/o piastre, tra i quali è tesa una fune metallica. La fune viene messa in tensione grazie ad un tenditore. E’ presente anche un sistema di assorbimento di energia per smorzare il colpo in caso di caduta e ridurre di conseguenza i carichi sui fissaggi e sul supporto.
L’impiego di una linea vita non è generalmente sufficiente per garantire una completa sicurezza in copertura in quanto è necessario integrare la linea vita in con altri ancoraggi strutturali ( in classe A1 o A2 ) nelle zone della copertura a rischio effetto pendolo oppure nei punti di accesso.
Per quanti operatori sono omologate le linee vita?
Sulla linea vita del sistema S-line ( dispositivi anticaduta in classe C conforme alla UNI EN 795:2002 ) possono lavorare contemporaneamente fino a 3 operatori.
Qual è l’interasse tra i supporti di una linea vita?
Per la linea S-line l’interasse massimo fra due pali o due piastre è pari a 15 m. Nella determinazione della distanza tra due ancoraggi strutturali ( i pali o le piastre ) di una linea vita questo valore deve essere considerato il massimo. Sono ammessi valori inferiori di interasse fra ancoraggi strutturali, in relazione alla posizione degli elementi strutturali in copertura, alla necessità sia di un cambio di direzione sia di un cambio di pendenza ( in questo caso il cavo deve essere sempre posto ad una inclinazione inferiore ai 15° ) oppure nei casi nei quali sia necessario ridurre la deformazione della linea in caso di caduta quando il tirante d’aria non sarebbe più sufficiente a garantire la sicurezza per la presenza di ostacoli. Infatti, in caso di interassi inferiori ai 15 metri, si ottiene una deformazione minore di quella riportata nella certificazione (valore massimo ottenuto con campi da 15 metri ).
Da quando è in vigore la UNI EN 795 sui dispositivi anticaduta?
La versione italiana della norma in vigore è la UNI EN 795 del dicembre 2002 (delibera del Presidente dell’UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione – del 23/10/2002) che sostituisce quella del 1998 in seguito al recepimento dell’aggiornamento “A1” della versione europea, aggiornamento risalente al 2000 (nel dettaglio sono stati modificati alcuni punti relativi ai dispositivi di classe E, alla marcatura ed alle istruzioni fornite dal fabbricante, alle raccomandazioni per l’installazione ed è stata eliminata l’appendice B). La codifica della norma italiana in vigore è quindi da indicarsi come UNI EN 795:2002. La versione europea di riferimento è stata emanata dal CEN (Comitato Europeo di Normazione – Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 – Bruxelles) nel luglio 1996 (approvazione CEN del 29/3/1996) ed ha subito come detto l’aggiornamento “A1” nell’ottobre 2000 (approvazione CEN del 15/9/2000): di conseguenza la codifica inerente la versione attualmente in vigore da utilizzarsi a livello comunitario è la EN795:1996+A1:2000. La EN 795 è stata emanata dal CEN in tre versioni ufficiali: una in lingua inglese, una in lingua francese ed una in lingua tedesca. La traduzione nella lingua nazionale è consentita (ed effettuata sotto la propria responsabilità) per i soli Organismi nazionali di normazione membri del CEN, tra i quali appunto l’UNI italiano. Il termine per il recepimento della norma europea nella sua versione del 1996 era il gennaio 1997 mentre il recepimento del successivo aggiornamento “A1” del 2000 sarebbe dovuto avvenire entro l’aprile 2001.